Alla base delle moderne tecnologie informatiche ci sono software e elettronica di precisione. Gli errori dovrebbero essere inaccettabili, ma questo non sembra valere in tutti i casi. Quando acquistiamo un hard disk, scheda di memoria, chiavetta USB o altro dispositivo di archiviazione, la reale capacità dei dati disponibile per l’utente risulta essere sempre inferiore a quella dichiarata nella scatola o dal produttore.
È solo un trucco di marketing oppure la capacità è “quasi giusta” e quindi “non se ne accorgeranno nemmeno”? In realtà, ci sono delle ragioni ben precise dietro questo problema, del quale il marketing è responsabile solo in parte.
Unità di misura e multipli del byte
Il motivo principale per cui la quantità di spazio dichiarata e quella reale differiscono in modo così notevole è il modo in cui le grandi quantità di dati vengono misurate. Quasi tutti sanno cos’è un gigabyte e cos’è un terabyte, dal momento che la maggior parte delle informazioni è oggi misurata in gigabyte e gli hard disk che vengono venduti vantano spesso capacità di archiviazione da un terabyte e oltre. Le persone potrebbero essere portate a pensare che, in modo analogo alle altre unità di misura, un gigabyte contenga 1000 megabyte e un terabyte 1000 gigabyte.
Qualcuno però si sarà già accorto che i sistemi operativi (come Windows) mostrano, per esempio, 1 GB come 1024 MB. Questo perché i computer visualizzano tradizionalmente i multipli del byte secondo il sistema di numerazione binario (cioè il modo in cui in realtà lavorano internamente), mentre i produttori di memorie utilizzano l’unità di misura definita dal Sistema internazionale.
Più si sale nella scala dei multipli, più la differenza fra le due unità di misura è evidente: un 1 GB del Sistema internazionale convertito in base binaria è circa uguale a 953 MiB, mentre un 1 TB convertito alla stessa maniera risulterà essere circa uguale a 931 GiB. Questa differenza crea sempre molta confusione, ma si tratta in realtà soltanto di un modo diverso di misurare i multipli del byte.
Formattazione e struttura dei dati
Quanto detto sopra non è però l’unico motivo. Perché una qualsiasi memoria digitale possa essere utilizzata nel modo in cui siamo abituati, cioè con file e cartelle, essa deve prima di tutto contenere una struttura che ne cataloghi il contenuto, come una libreria, chiamata File System.
Non è possibile utilizzare in modo efficiente e produttivo una memoria se non è stata precedentemente formattata con un File System. Ma, dal momento che esso stesso occupa spazio per funzionare, l’area disponibile per l’utente sarà inferiore. Inoltre, un File System non ottimizzato (come una libreria in disordine) consumerà inutilmente molto spazio prezioso.